Vaste festeggia i suoi santi protettori Alfio, Filadelfio e Cirino, i tre santi nati nella piccola frazione sud salentina

È una festa particolarmente significativa quella per i santi patroni di Vaste. Un rito profondamente legato all’identità del paesino del sud Salento, perché i santi Alfio, Filadelfio e Cirino erano cittadini della piccola frazione di Poggiardo, nati qui intorno al III secolo dal prefetto Vitalio e sua moglie Benedetta di Locuste. I tre subirono il martirio in Sicilia in seguito alle persecuzioni dell’imperatore Decio, andando incontro ad una morte violenta per non aver rinnegato la loro fede il 10 maggio del 254 d.C.: ad Alfio fu strappata la lingua, Filadelfio fu arso vivo e Cirino, per seguire i fratelli, si lanciò in una caldaia di piombo.

Una storia preziosa, quasi ignorata fino al 1700, e molto sentita dai cittadini di Vaste, quella dei loro concittadini invece sempre celebrati in Sicilia. Riportata alla luce per merito del padre gesuita lentinese Filadefio Mauro, permise a Vaste di accogliere le vicende dei martiri eleggendoli a Santi Patroni, dedicando loro solenni festeggiamenti.

Grazie alle attività di un comitato feste composto da giovanissimi, la festa è tornata a splendere, raccogliendo la tradizione di quanto fatto negli anni e riportando in un’ottica più contemporanea le celebrazioni. Le feste patronali, si sa, non sono solo per coloro che credono, ma anche per chi desidera vivere intensamente quel sentimento popolare che fa sentire uniti nelle radici.

Per celebrare i 1770 anni dal Martirio, nella frazione si può ammirare un murales dedicato ai santi, realizzato dal maestro Antonio Chiarello. Un linguaggio moderno e universale diventa il ponte ideale tra tradizione popolare e giovani generazioni, non solo quelle salentine, ma anche quelle siciliane che viaggiano sugli itinerari legati ai tre martiri. La festa comincia martedì 9 con le celebrazioni religiose e la simbolica consegna delle chiavi del paese ai Santi Patroni, a cui segue la processione per le vie del paese. Mercoledì 10 è dedicato alle messe, con l’esibizione dell’Orchestra lirico sinfonica Città di Lecce diretta dal Maestro Tarantino, poi lo spettacolo pirotecnico. Giovedì 11 c’è il cabaret di Alto & Basso e poi musica con un omaggio ai cantautori italiani.

“Il comitato feste si è rinnovato completamente nel 2018 ed è composto da giovani, il più grande di noi ha 40 anni – dice Mauro Bolognino, che si occupa delle pubbliche relazioni – “il sentimento per la festa stava scolorendo e la storia dei tre martiri andava rispolverata. Abbiamo cercato di risvegliare il sentimento popolare nei concittadini, recuperando le tradizioni che ci sono state tramandate dai nostri nonni e devo dire che la risposta è stata sorprendente, il legame con la storia dei martiri è fortissimo. La festa fa parte dell’identità del paese perché unisce l’aspetto religioso e quello laico, anche chi non è credente vi si accosta. Il momento unisce tutte le generazioni, l’innovazione ha sempre radici nella storia”.