Festa Patronale Santa Cesarea, Santa Cesarea Terme Lecce, Puglia – 11 Settembre

Avventurandosi nella scogliera di Santa Cesarea Terme, si respira l’aria salmastra e forse si può anche immaginare la paura della piccola Cesaria Vinciguerra, la fanciulla che per sfuggire all’abbraccio poco innocente del padre, si rifugiò proprio nelle grotte sulfuree affacciate sull’Adriatico. È unica e leggiadra, proprio come le ali di due colombe, la leggenda che si cela dietro la devozione per la santa qui nel Salento.

Cesaria era la figlia tanto attesa di Lucrezia e Luigi, due ricchi signori residenti in agro di Vignacastrisi che, per avere il dono della nascita di un figlio, implorarono la Vergine Maria. La Madonna li accontentò con l’arrivo di Cesaria, bella e devota che, in gran segreto, fece voto di castità, rifiutando non solo il folto stuolo di pretendenti, ma anche le attenzioni del padre che, dopo la morte della moglie, maturò verso la figlia un malsano interesse. La fanciulla, disperata e in trappola, utilizzò l’ingegno e un giorno chiese al padre di attenderla fuori dalla stanza. Nel frattempo, legò per le ali delle colombe e le mise a dimenarsi in una bacinella, in modo che simulassero il rumore dell’acqua. Disse al padre che lo avrebbe raggiunto una volta finito di lavarsi e, nel frattempo, calatasi con una corda dalla finestra, fuggì via. Quando il padre, stanco dell’attesa, scoprì lo stratagemma, andò su tutte le furie e inseguì la figlia in lungo e in largo, scovandola negli anfratti della scogliera. Cesaria, ormai rassegnata, si diede per vinta e fu allora che un angelo comparve luminoso e accecante, indicò alla fanciulla un nascondiglio sicuro e trascinò il padre in una nube nera e vischiosa, scaraventandolo giù dalla rupe. Da allora, il mare ribolle di rabbia, zolfo e schiuma, e l’acqua divenne fetida e paurosa, ma anche salvifica e guaritrice, come per porre rimedio a tanto dolore.

Nei giorni di festa, l’11 e 12 settembre, le luminarie che cingono come un abbraccio il davanzale del paese cominciano ad accendersi già nel pomeriggio, per annunciare l’uscita della santa. La mano destra sul cuore, nella sinistra la bacinella con le due fedeli colombe, un’aureola di stelle a cingerle il capo, è semplice e bella Santa Cesaria Vergine, avvolta in un drappo rosso e scortata sino al porto.

La processione a mare parte nel pomeriggio dalla chiesa e prende il largo all’imbrunire con il primo peschereccio, che accoglie la statua e le autorità, al quale si accodano le altre barche messe a disposizione per i fedeli che vogliono partecipare al corteo a pelo d’acqua. È un momento intriso di devozione, il canto delle preghiere si fonde allo sciabordio delle onde, mentre il tenue chiarore delle fiammelle rimpiazza la luce del sole, per un tramonto che non ha eguali nel Salento.

Allo sbarco, si celebra la messa su piazzale delle Terme e si aspetta la sera inoltrata per i fuochi d’artificio sul mare, che sembrano quasi un prodigio, un miracolo di colori e geometrie, un appuntamento per gli appassionati che giungono qui da tutto il Salento e per i cesarini che lo aspettano con trepidazione, quasi fosse la prima volta. Terminata l’eco dell’ultimo botto, ci si allinea intorno alla cassa armonica per il debutto del concerto serale, per cullarsi nelle melodie della festa, del Boléro e della Carmen, nell’aroma del pesce fritto che sfrigola e l’odore dolciastro della “cupeta” spalmata, tagliata e servita all’istante.

Oggi, quell’odore di zolfo che l’immaginario popolare e contadino ha da sempre associato alla presenza nefasta del Maligno è il cavallo di battaglia di questa cittadina che, grazie alla presenza delle quattro grotte che si aprono sull’acqua, la Gattulla, la Fetida, la Solfurea e la Solfatara, dalle quali sgorgano le sorgenti benefiche, è uno dei più importanti centri termali del Sud Italia, punto di riferimento per le cure reumatiche, dermatologiche, pneumologiche e tanto altro.