Festa Patronale San Valentino, Vico del Gargano, Foggia Puglia – 14 Febbraio

C’è un Vicolo del Bacio nel cuore di questo borgo, tra i più belli d’Italia, dove l’amore è festa patronale e le strade profumano d’agrumi freschi. L’aroma dell’alloro e dell’arancio avvolge Vico del Gargano, comunità di circa 7000 abitanti che sorge sul colle della Montagna del Sole, dove l’odore inebriante si spande in questo gruzzolo di case fatte di pietra e sulla pietra, mescolandosi al profumo della vicina Foresta Umbra. Una sorta di villaggio incantato alle porte del paradiso: porte intagliate, scalinate di roccia, geometrie e architetture medievali fanno da scenografia ai giorni di festa in onore di San Valentino, quando la piccola Vico brulica di fedeli e viaggiatori.

Quella dei vichesi nei confronti di San Valentino fu una vera e propria adozione deliberata. La leggenda racconta che, nel Seicento, una delegazione di vichesi s’aggirasse tra le catacombe romane e uno di loro urtò il braccio di una statua, che si rivelò essere quella di San Valentino, segno interpretato come divino. Incontro più che provvido, visto che la popolazione del paesino garganico era in cerca di un protettore per i suoi ricchi, e importantissimi, agrumeti, cuore dell’economia del villaggio. Si narra, infatti, che i vichesi volessero rimpiazzare lo slavo San Norberto con un santo che potesse comprendere i loro problemi da contadini e difendesse le colture dai forti venti di tramontana.
La reliquia del braccio fu quindi trasportata in Puglia e accolta in pompa magna, fra corone di agrumi e ceri benedetti. Era il 14 febbraio del 1618.

Nel cuore di questa distesa di comignoli e tetti rossi, durante la settimana valentiniana, è tradizione addentrarsi nel caratteristico percorso, dall’arco di San Valentino alla Scalinata dell’Amore, fino al Pozzo delle Promesse. Basta bere il succo d’arancia, per benedire la coppia e farne un’unione longeva. Una suggestione che nasce dalle proprietà degli agrumi vichesi che mantengono la loro fragranza e la loro bontà per circa quaranta giorni. È un pegno d’amore allora il voto che, per tradizione, si fa nel vicolo del Bacio, scambiarsi un bacio di rito nella viuzza del centro storico medievale, tra via San Giuseppe e il Rione Terra, che, di per sé, con i suoi soli 50 centimetri di larghezza, invita alla prossimità. Secondo la leggenda, infatti, decenni fa, quando il pudore e le buone maniere regolavano i comportamenti, attraversare il vicolo in direzione opposta era un’occasione, per gli amanti ancora non ufficializzati, di potersi sfiorare.

Cuore della festa è la processione del 14 febbraio, che parte alle 11 con la statua di San Valentino, portata a spalle per le strade del paese. È un abbraccio d’arance, quello che cinge il simulacro del santo martire, che dondola tra i vicoli e le piazze, vestito d’oro e con la mano destra che indica il cielo. Dalle case dei fedeli, la devozione risponde con un addobbo ricchissimo, tra arance, limoni e drappi candidi. Al rientro del corteo, ci si raduna in chiesa per la messa, al termine della quale è consuetudine portare a casa un’arancia benedetta.

Una festa, quella di San Valentino, che, con il profumo degli agrumi e delle erbe mediterranee, annuncia la primavera vicina, richiama visitatori da tutta la Puglia e non solo e si fa vetrina importante, anche per i produttori legati al mercato degli agrumi, che proprio nelle terre intorno a Vico danno vita a vere e proprie eccellenze, dal limone femminello all’arancia Igp.

Al mercatino, oltre alle arance e ai limoni declinati nelle ricette dolci e salate, si trovano i piatti del dì di festa: le “paposce”, pagnottelle di pasta di pizza farcite a piacere, e poi gli amaretti, i cantuccini al vincotto, la crema di pistacchio e la marmellata di albicocca e mandorle intere. E, per concludere in dolcezza, non manca il “dolce della sposa”, soffice pan di Spagna ricoperto di glassa.