Festa Patronale San Nicola, Bari, Puglia – 7-8 e 9 Maggio

Accade che i santi scelgano le proprie dimore. Che nascano dall’altra parte del Mediterraneo ma custodiscano il desiderio di essere conosciuti e amati altrove. San Nicola, il santo vescovo nato a Myra, in Asia Minore, abita a Bari vecchia. Dimora eterna, scelta con una promessa. Fa capolino dalle edicole votive, dai santini appiccicati sulle porte di casa, dalle volte stellate dipinte a mano tra i bassi del centro storico, è come un vecchio amico sul quale si può sempre contare per ritrovare la strada. La cittadella di San Nicola conserva per tutto il mese di maggio gli addobbi della festa patronale, quando Bari torna a essere crocevia di popoli, idiomi e fedi, credenze e preghiere. I giorni di San Nicola il 7, l’8 e il 9 di maggio, radunano migliaia di pellegrini e devoti, cristiani d’Oriente e d’Occidente, viva testimonianza di due culti in grado di convivere pacificamente, di genti lontane, unite nella fede.

C’è una piazzetta nel centro storico barese dedicata a 62 marinai. Sono loro, gli eroi premiati dall’abate Elia che, nel 1087, trafugarono le reliquie di San Nicola dall’Asia Minore, traghettandole in città. Allora, se a dicembre si tributano i festeggiamenti canonici, è la primavera inoltrata, proprio in ricordo di quell’impresa marinaresca, il tempo della festa più grande, dell’evento più atteso, un’esplosione di gioia che dal centro storico raggiunge le acque, una ricorrenza che unisce metaforicamente l’una e l’altra sponda del Mediterraneo.

Una festa per il santo che venne dal mare, e nel mare si celebra. Con la prima processione sul peschereccio del quadro di San Nicola presso la baia di San Giorgio. Con l’imponente corteo storico che, all’imbrunire, si dipana dal Castello Svevo, per le vie della città coinvolgendo centinaia di partecipanti abbigliati in costume d’epoca medievale e rinascimentale, per rievocare l’arrivo delle reliquie di San Nicola in città. Con l’affascinante processione via mare, dove decine e decine di pescherecci accompagnano l’imbarcazione principale, che ha l’onore di trasportare San Nicola, scortandola dal porticciolo di San Giorgio. Il santo patrono riprende il largo l’indomani e resta a bordo del peschereccio per tutta la giornata, ben visibile, come un faro che indica la strada, ai marinai e ai pellegrini, attorniato da una vera e propria flotta di barche a remi, canotti, motoscafi gremiti di fedeli.

Sono tante, tantissime, le leggende sul santo. Quella delle tre monete d’oro da regalare alle fanciulle come dote, quella della colonna di porfido rosa, in grado di garantire un matrimonio fortunato, quella dei tre bambini salvati dall’orco. San Nicola, dispensatore di beni e fortune, d’oro e salvezza. San Nicola, come Santa Claus, nonno generoso e figura leggendaria, personaggio dall’aura mistica, in grado di attraversare indenne i secoli. Non c’è timore di fare uno sgarbo nell’olimpo dei santi, se si afferma che San Nicola è sicuramente il più amato, in tutto il mondo. Il santo dal volto scuro e dalle vesti d’oro, e l’espressione quasi spaesata di chi ogni anno si stupisce dell’estrema e calorosa ondata di devozione popolare che lo circonda.

Tutta la città è inghirlandata di bandierine e luminarie. La spianata di piazza Ferrarese è accesa dalla maestosa paratura, che rivaleggia con lo scoppio dei fuochi d’artificio nella superba gara pirotecnica della giornata conclusiva dei festeggiamenti. Cuore della festa è tuttavia la Basilica, imponente monumento del romanico pugliese, uno scrigno di tesori, dove si custodiscono gelosamente le Reliquie e, soprattutto, dove si trova la cripta con la tomba del santo. Qui ogni anno transitano milioni di fedeli provenienti da tutto il mondo. Qui si consuma il rito forse più mistico e misterioso, quello della Sacra Manna, con il prelievo del liquido che trasuda dalle ossa del santo e che viene mostrato con solennità ai fedeli.

Intorno alla Basilica, esplode la festa, che qui a Bari è una festa di strada, la “sagra di maggio”, dove ci si abbraccia, ci si augura il meglio e, naturalmente, si mangia. “Sgagliozze”, ovvero fette di polenta fritte, “popizze”, focacce, panzerotti, panini farciti, frutta secca, torrone, un superbo campionario dei piatti del dì festa, pronto per farsi addentare, è in bella mostra nei vicoli del borgo antico e sotto gli archi, dove le donne del posto, sedute a fare orecchiette, custodiscono la storia di una città intera nei gesti rapidi delle dita.