Festa Patronale Madonna di Quasano, Toritto Bari, Puglia – 3^ domenica di Giugno

Si aprono le finestre, si tirano fuori i vestiti leggeri, si spalancano le ante degli armadi. Quando finisce la scuola e si schiudono le porte delle seconde case, significa che è arrivata la Madonna degli Angeli. È tradizione a Toritto, dove i cittadini si trasferiscono in villeggiatura nella frazione di Quasano, appena trecento abitanti, affacciata sul Parco Nazionale dell’Alta Murgia, proprio nei giorni vicini alla ricorrenza. I preparativi per le lunghe estati di Puglia coincidono con quelli più frenetici della festa grande che, la terza domenica di giugno, esplode in questa frazione dal nome eloquente, dove l’aria pura e il verde vicino garantiscono che tutto, qua, è sano.

Un affaccio sulla natura, quella incontaminata, e preservata, tra la fossa Bradanica e le gravine, nel cuore della Puglia carsica e più ancestrale, dove la pietra, i suoi vuoti, le sue altezze vertiginose, le feritoie e le cavità raccontano storie antiche e suggestioni eterne, memorie di una volta e consuetudini senza tempo.

È una storia simile a quella di molte Vergini, quella del ritrovamento dell’icona, che avvenne nelle campagne, nei pressi di un casolare, grazie a quella coppia di buoi che, mentre aravano la terra, s’inginocchiarono dinanzi a una zolla, sotto al quale era celata la sacra effigie. Una vicenda comune a molti paesi del Sud Italia, dove il lavoro dei campi era salvezza e sudore, fatica e orgoglio per molte famiglie, che s’affidavano al cielo per l’augurio di un buon raccolto e di una buona annata.

La Vergine degli Angeli, cinta dall’abbraccio delle corolle colorate, si festeggia nella frazione di Quasano, a poco più di 10 chilometri dal paese, con tre giorni di celebrazioni che sembrano rievocare gli antichi viaggi dei contadini, diretti al mercato cittadino. Tre giorni in cui la preghiera si fa voto di pellegrinaggio e la devozione si misura come si contano i passi di una marcia, sotto il sole delle prime giornate d’estate. Era, ed è ancora, la Madonna vicina agli agricoltori e ai pastori, quella di Toritto, cui si lega la tradizionale distribuzione di pane e cacio, la materia prima di chi lavora con la terra e con la natura, frutto di un lavoro che segue le cadenze del tempo e il ritmo delle stagioni, benedetto dall’acqua e dal sole.

Sono tonde e intrecciate, le cosiddette “panelle”, forme di pane benedetto, adagiate sui carretti e dinanzi al dipinto della Madonna, per una festa che ha conservato intatte le sue consuetudini agricole e si fregia della guida di un trattore, alla testa della processione. Coincide anche con il rientro dei tanti cittadini emigrati e fuorisede, la festa, quasi un anticipo delle vacanze estive, a cui è tradizione partecipare.

Una ricorrenza, fatta di vai e vieni, di andate e ritorni, tra la città e il paese, la piazza di Toritto e i vicoli di Quasano. Si comincia il lunedì prima della festa, con un pellegrinaggio a piedi che dalla frazione conduce al paese. I fedeli, tra cui molti giovanissimi, scortano il dipinto della Madonna, trasportato in pompa magna sul portantino di legno scuro, adorno di fiori freschi, attraversando le strade di campagna, cantando in coro le antiche nenie e i canti mariani. Il Trionfo, lo chiamano, quest’arrivo solenne della Vergine in città, una processione che dà inizio ai festeggiamenti, ma soprattutto coincide con la fase finale dei preparativi per la grande sfilata del sabato, dove ad attraversare le strade del paese sono i carretti ornati dai fiori di carta, realizzati a mano dai devoti. All’alba della domenica, si tiene il fiato sospeso per assistere al sorteggio che decreterà quale tra i carri avrà l’onore di sfilare per le vie di Toritto con il Trionfo e chi invece distribuirà i pani ai fedeli, rispettando una consuetudine nata nel Settecento, quando ad accogliere la Madonna v’era soltanto una cappella discreta, circondata dalla macchia mediterranea.

Una devozione che ha resistito al tempo e, forse non tutti sanno, anche alle distanze e alla lontananza. Sono tantissimi, infatti, i fedeli torittesi che hanno contribuito a una vera e propria esportazione del culto della Madonna degli Angeli oltreoceano, precisamente nelle comunità italo-americane in America del Nord, in Brasile e in Canada.