I misteri di Valenzano: 350 anni di fede, memoria e tradizione.

C’è un tempo dell’anno in cui il silenzio si fa Verbo, la luce si piega all’ombra del mistero, e la pietà popolare diventa arte vivente e pulsante. A Valenzano, in provincia di Bari, la Settimana Santa non è solo il cuore del calendario liturgico: è un richiamo collettivo alla memoria, un rito che, come sospeso nel tempo, unisce e dove sacro e profano si intrecciano in un’unica, vibrante liturgia dell’identità. 
La Processione dei Misteri del Venerdì Santo, documentata per la prima volta nel lontano 1675, è molto più di un rito: è un’espressione viscerale della fede e della cultura locale, che si perpetua da tre secoli e mezzo, rinnovandosi e rigenerandosi nel tempo. Quest’anno, in occasione del suo 350 anniversario — che cade simbolicamente nell’anno giubilare — la città celebra questa ricorrenza con un fitto programma, promosso dalla neonata associazione “I Misteri di Valenzano APS”, appena fondata proprio per custodire e valorizzare questa tradizione. 

Tra gli eventi di punta, il concerto della Domenica delle Palme, in programma per domenica 13 aprile alle ore 19h30 in Largo San Benedetto. Le note solenni delle marce processionali risuoneranno tra le vie antiche del borgo, grazie alla direzione di Giuseppe Gregucci, Nicola Cotugno e Angelo Schirinzi, con la conduzione della serata affidata a Rosalba De Giorgi. Una colonna sonora dello spirito che funge da preludio musicale alla commozione del Venerdì Santo. La processione ha una storia antica: nacque su iniziativa dei Frati Francescani nel lontano XVII secolo, periodo cui risalgono le prime attestazioni.

Non è dato sapere con esattezza quanti fossero i Misteri originali, ma gli elementi fondamentali erano già presenti: il Crocifisso e il Cristo Morto — accompagnati da fanciulli vestiti da angeli, simbolo dell’innocenza che affianca il dolore. Nel corso del tempo, la processione si è arricchita di nuove forme e nuovi significati. A partire dalla metà dell’Ottocento, fecero la loro comparsa i primi Misteri di committenza privata, realizzati nelle prestigiose botteghe leccesi specializzate in arte sacra di cartapesta. E nel 1825, si unì al corteo la Confraternita dell’Addolorata, segnando un ulteriore momento di espansione e coinvolgimento. 

Nel 1947, i gruppi statuari avevano già raggiunto il numero impressionante di ventisette. Oggi, i Misteri sono cinquantaquattro, e ad eccezione dell’Addolorata e del Cristo Morto — di proprietà ecclesiastica — sono tutti custoditi da pie famiglie valenzanesi. Sono loro a curarne l’addobbo, l’organizzazione dei portatori, e a tramandare una devozione che si fa gesto concreto, artigianato della fede. Il Venerdì Santo, dalle otto del mattino fino al pomeriggio, Valenzano si trasforma in un teatro della Passione. Oltre mille persone partecipano attivamente: portatori, ragazze vestite di nero e pizzo, figuranti, bambini nei panni di angeli, madonne e piccoli Gesù, complessi bandistici e fedeli. Tutti, ciascuno con il proprio ruolo, contribuiscono a generare un’atmosfera unica: un “romanticismo topografico” che avvolge vicoli, piazze e sguardi. Un rito che è insieme memoria, arte, fede e identità.